Storia dei Golden Retriever

 

1897

In questa dimora nella campagna scozzese, un gentiluomo inglese amante della caccia e dei cani,  iniziò nell’ultimo quarto del XIX secolo la selezione della nuova razza dei Golden Retriever. Sir Dudley Courts Marjoribanks, of Guisachan, Inverness-shire, Baron  Tweedmouth, londinese che nel 1854 acquista una residenza con un vasto terreno nella zona di Loch Ness: Guisachan (pronunciato goowissican). In questo contesto può dare sfogo alla sua passione per la caccia e l’allevamento dei cani da caccia.
Nel 1864 acquista da un guardacaccia della tenuta di Lord Chichester un retriever giallo, il solo in una cucciolata con altri retriever neri dal mantello ondulato.

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Simon Munro con Nous

Dai diari di Lord  Tweedmouth:  “Lord Chichester’s breed. June, 1864, purchd. At Brighton.” e il suo nome è Nous,  che significa saggezza in gaelico.
Lo iscrive tra i cani del suo allevamento, fino a quel momento setters,  pointers,  greyhounds e spaniels. Beagles, un retriever, evidentemente nero. Irish spaniels, deerhounds. Ma la passione di Lord Tweedmouth erano i cani “gialli” o comunque di colore più chiaro rispetto alla prevalenza di nero dei retriever abitualmente usati per la caccia. Nel 1868  accoppia Nous con uno Tweed Water spaniel di nome Belle. Nasceranno 4 cucciole gialle (evidentemente colore geneticamente dominante secondo le leggi di Mendel). Di queste Cowslip e Primrose restano in allevamento, Crocus va a suo figlio Edward Marjoribanks, e Ada a John Fox-Strangeways, Earl of Ilchester, marito della sorella. Primrose e Cowslip sono iniziatrici della razza dei Golden. Lord Tweedmouth proseguì con gli incroci dal 1868 al 1889, utilizzando anche altre razze. Cowslip fu accoppiata con un altro Tweed Water spaniel e produsse Topsy. Topsy fu accoppiata con un Wavy Coat Retriever nero e produsse Zoe. Poi Cowslip fu accoppiata con un setter rosso o setter irlandese  di Edward Marjoribanks e nacquero  Jack e Gill. Jack fu accoppiato con Zoe.  Proseguirono gli incroci, anche con Bloodhound e Deerhound per migliorare il fiuto dei cani e per fissare il colore. I cani discendenti si diffusero in America, Canada, Europa, in tutto il mondo. Esemplari delle varie cucciolate vennero donati ai fratelli e ad altri parenti. Vennero anche in possesso di alcuni poco conosciuti Circoli Privati ove i Retriever venivano usati da Gentlemen cacciatori e dai guardacaccia. L’abilità lavorativa dei Golden di Lord Tweedmouth divenne sempre più evidente e nota. Negli allevamenti che avevano ricevuto alcuni degli esemplari prodotti a Guisachan iniziarono le linee da cui discendono i Golden di oggi.

Lady Aberdeen R

Lady Aberdeen con i figli e il fratello Archie Marjoriibanks
il Golden è Lady

Il 1800 è stato il secolo che ha segnato il passaggio all’era moderna rivoluzionando e trasformando sotto tutti gli aspetti la vita e le conoscenze sino ad allora ritenute acquisite.
L’agricoltura stabilisce il suo valore primario nell’economia determinando una trasformazione ambientale tesa al recupero delle  maggiori superfici coltivabili possibili anche grazie al disboscamento; queste vaste superfici a bassa o nulla vegetazione divennero ben presto sovrappopolate dalla selvaggina; una vera benedizione delle mense di quei tempi; purtroppo però riservata ad una minoranza privilegiata.

 

 

Partita di caccia a Guisachan, il cane a sinistra è Nous

Partita di caccia a Guisachan, il cane a sinistra è Nous

Finisce l’epoca del fucile ad avancarica (retaggio oggi di pochi nostalgici). Compare il fucile a retrocarica e la sua rapidità di fuoco .
Inizia l’era delle battute in linea di più cacciatori che avazano affiancati dai loro cani che solo alla fine provvederanno al recupero della selvaggina.. Questo tipo di caccia dagli abbondanti carnieri richiedeva un nuovo tipo di cane appositamente selezionato ed addestrato : il “Retriever”, il riportatore.
Bisogna pensare che la caccia non era allora solo sport, ma la principale fonte di approvvigionamento di proteine nobili: la carne.
Il bestiame costituiva la vera forza di lavoro in agricoltura e solo per fatti particolari veniva macellato.
Comunque non c’erano supermercati e macellerie a disposizione di tutti. La caccia era riservata ai proprietari terrieri e loro ospiti:le differenze sociali erano enormi.  Non parlo di altre ere, infatti tale situazione sociale perdurò sino a dopo la seconda guerra mondiale, seconda metà del 1900.

Lord Tweedmouth

Lord Tweedmouth

 Ma torniamo ai Retrievers ed alla caccia in linea.
Si tratta di Cani selezionati con doti particolari, per certi aspetti straordinari: dal punto di vista fisico sono cani potenti e forti con grande capacità respiratoria, instancabili trottatori e potenti galoppatori. Ma sono le attitudini comportamentali a farne il “Cane-Cane”.
Tranquillità assoluta,atteggiamento distaccato verso le distrazioni, indifferenza allo sparo, gli consentono di avanzare pazientemente accanto al cacciatore incurante della presenza di altri cani e persone; alla fine della battuta tutti i cani, assieme si daranno al recupero dei capi abbattuti aiutati dalla memoria dei punti di caduta e da uno spettacolare fiuto. E queste erano le caratteristiche perseguite da Lord Tweedmouth nella creazione del cane più adatto al tipo di caccia praticato sui territori di sua proprietà. Il grande temperamento lo sostiene nella determinazione di recuperare la preda, persistendo anche in presenza di difficoltà del terreno (fitti roveti ecc) che bloccherebero altri cani; il grande fiuto e l’abilità nel muoversi in acqua completano le sue doti venatorie.
Queste caratteristiche comportamentali sono anche la base del grande rapporto con l’uomo: con lui più che intereagire userei il termine interloquire tanto è intrigante il reciproco comportamento. “Gli manca solo la parola!” è il detto appropriato.
La Libreria di Brighton lo definisce il re di tutti gli sport per cani.
Fra i nobili e proprietari terrieri inglesi appassionati di caccia  era usuale avviare un allevamento di cani adatti alla caccia, come Lord Tweedmouth anche altri facevano incroci per migliorare le caratteristiche dei propri cani.
A differenza dei Golden di lord Tweedmouth le altre linee non ebbero altrettanto successo.

article5Ad esempio, anche nella famiglia Ilchester veniva allevata una linea di Retriever “gialli”, a partire da Ada, figlia di Nous e Belle. La linea viene portata avanti utilizzando retriever neri dal pelo ondulato e poi labrador neri e retriever neri dal pelo liscio. Da una di queste cucciolate nacque anche Robin, certamente dall’aspetto di un Golden.

Crocus (Nous + Belle)  nata nel 1868

Crocus (Nous + Belle) nata nel 1868

 

Durante la prima guerra mondiale questa linea si esaurì, come tante altre iniziate nella seconda metà dell’ottocento. Il successo della razza farà sì che si diffonderà nel Nord Europa, paesi Scandinavi ove ancor oggi, da prestigiosi allevamenti si possono ritrovare le linee originali dei Golden Retriever. I Golden Retriever approderanno nel nuovo mondo portati dalla figlia minore, Lady Aberdeen, in Canada, da Archie Marjoribanks nel Texas e da Couts Marjoribanks in Nord Dakota. Archie Marjoribanks si portò in Texas  Lady, i cui nipoti Culham Brass e Culham Rossa appaiono in molti pedigree.

Tutti i documenti ed il registro di Lord Tweedmouth con le precise annotazioni dei vari cani, delle cucciolate e degli esemplari ceduti a vario titolo ed in vari paesi  alla fine pervennero a Lady Pentland pronipote del Lord; lei li consegnò al Kennel Club Inglese, che nel 1960 potè dire che “le origini della maggior parte dei Retriever sono oscure ad eccezione di quelle dei Golden non essendovi dubbi che Lord Tweedmouth fu  l’iniziatore ed il prosecutore della Razza”. A noi non resta che ringraziare Lord Tweedmouth per la sua perseveranza e genialità nel creare la razza dei Golden, soprattutto considerando che le leggi di Mendel furono pubblicate su una rivista nel 1866 e per trent’anni ebbero più critiche che citazioni.

Alcuni  Golden Retrievers, così come conosciamo la razza oggi, fecero la loro prima apparizione alle mostre canine all’incirca nel 1906, esibiti come “Retriever – Wavy or Flat Coated” in classi per quelli “of any other color”. La razza fu ufficialmente riconosciuta dal  Kennel Club britannico nel 1911 come “Retriever – Yellow or Golden” e infine “Retriever – Golden” nel  1920. I primi Golden Retrievers erano apparsi in Canada e negli  Stati Uniti alcuni anni prima del loro riconoscimento ufficiale da parte del  Canadian (1925) o dell’ American Kennel Club (1932). In Italia la razza giunge molto tardi: nel 1995 sono iscritti al LOI 5 esemplari. Nel 1996 al primo raduno del RC Italiano sono iscritti 11 esemplari dei quali 5 stranieri.

Col. The Hon. W. le Poer Trench (destra) con il fratello e i suoi cani di  St. Hubert – circa 1906

Col. The Hon. W. le Poer Trench (destra) con il fratello e i suoi cani di St. Hubert – circa 1906

Il  Col. Trench non amava il nome Golden Retriever. Al posto di questa definizione preferiva e supportava  la scelta di chiamare la razza “Russian Retriever”, poichè credeva alla versione per cui i cani provenivano da alcuni esemplari di cani russi usati in un circo che si era fermato a Brighton a metà dell’800. In effetti esistono riferimenti  nei vecchi libri sui cani ad una razza di cani da riporto russi, la cui descrizione assomiglia molto a quella dei Golden Retriever. Tuttavia dai controlli effettuati non esiste assolutamente nessuna documentazione dell’importazione di tali cani in Inghilterra. Il Col. Trench era talmente convinto, da fare un viaggio nel Caucaso per poter trovare e comprare qualche altro esemplare di “Russian Retriever” per incrociarlo con i cani del suo allevamento. Non fu in grado di trovarne nemmeno uno.

Russian Retriever

Russian Retriever

 La storia dei Golden Retriever è illustrata anche da documenti pittorici.

 Il DNA  di cani simili a questi scorre nelle vene dei Golden

Link interessanti

http://www.thegoldenretrieverclub.co.uk/

http://www.grca.org/history/origin.html

Concludo questo viaggio nel mondo dei Golden, necessariamente conciso, con le parole di un addestratore del GRCA (Golden Retriever Club of America), una traduzione “molto libera” per la mia conoscenza della lingua.
“non è facile trovare un Golden d’Eccellenza rispetto a come è possibile nelle altre razze Retriever. La testimonianza di chi ha avuto il privilegio di condividere amicizia e successi con uno di loro dice che questi Cani sono qualcosa di speciale. Così come è difficile avere “il buon Golden” è altrettanto vero che per avere successo di amicizia e di gare con loro è indispensabile avere grande sensibilità per ciò che rende questa Razza molto particolare.
Riuscire ad ottenere questo con loro è  cosa assolutamente splendida.”
Graham Cox ,  Gundog
Io condivido ognuna di queste parole avendo avuto per un lampo della mia esistenza, tre anni, il privilegio di vivere con uno di questi Cani, ancora adesso parlandone e ricordando non mi vergogno di dire che sto piangendo.

Nous

Nous

A cosa fa riferimento Graham Cox quando dice che è necessario sia a chi addestra, sia al compagno del Golden essere molto attenti e sensibili alle peculiarità della razza ?  Intende mettere in guardia entrambe le figure a non incrinare il delicato equilibrio, che caratterizza questo cane, tra il grande temperamento che li rende ardimentosi, tenacemente perseveranti ed insensibili alla fatica e al dolore nel raggiungere l’obiettivo contrapposto alla bassa tempra. Ciò impone una profonda conoscenza e sensibilità nell’essere attenti a non superare la loro soglia di stress, che è bassa e individualmente variabile, superarla quantitativamente o ripetutamente è pericoloso per la tenuta del cane.
Se un Golden sbaglia nell’eseguire un esercizio, per prima cosa chiediti se non sei stato tu a sbagliare con i modi e la chiarezza nel dare il comando.
Il Golden possiede un grande “will to please” perciò se nell’esecuzione di un esercizio sembra gigioneggiare, fare il distratto, ecc, sicuramente è stressato dall’incapacità di accontentarci. Lavorare è una delle cose che il cane ama di più, però spesso ti sentirai dire dall’addestratore in queste circostanze: “Guarda che ti sta prendendo in giro!”

Nous

Nous

A mio avviso tale convinzione è poco verosimile: anzitutto i Comportamentisti e tra loro la maggioranza degli addestratori, sono i più accesi sostenitori dell’assenza di intelligenza e capacità di ragionare, sia pure in cagnesco, dei cani.
Il comportamentismo fa parte della linea di pensiero che all’inizio dell 600 Cartesio pone alla base della spiegazione della natura dell’uomo diversa da quella di tutti gli altri esseri viventi.
A questi ultimi è precluso il possesso della RES COGITANS: il pensiero, la creatività e tutte le qualità superiori, Anima in testa.
Una concezione poi superata, ma che Cartesio, persona geniale e pertanto ben avveduta, aveva buoni motivi a sostenere, considerati i suoi tempi, nei quali il pensiero era sotto l’assoluto controllo del Santo Uffizio.
Tuttavia è rimasta ben radicata la comodità di delle sue implicazioni nei confronti del mondo animale, ad esempio da qui traggono giustificazione gli esperimenti sugli animali, la vivisezione, le lotte di cani, gli addestramenti violenti, i maltrattamenti degli animali, tanto che la maggioranza degli addestratori e “Padroni” dei cani la applica nel rapportarsi col cane senza curarsi della contraddizione:  per essere capaci di “prendere in giro” occorrono doti prettamente umane come ragionamento, fantasia, umorismo, ecc.  Allora come la mettiamo?
Ti verrà suggerito di andare nel punto dove è fermo lo stupido, prenderlo per le orecchie, ribaltarlo e scuoterlo ben bene, “dopo vedrai che ti obbedirà ed eseguirà l’esercizio”.
In effetti questo è ciò che spesso avviene, ma chiediamoci perchè  e cosa avrà imparato il cane, visto che nelle stesse circostanze la cosa si ripeterà per certo.
E’ una riflessione valida anche per l’Uomo: in tempi diversi nei quali l’autorità paterna o degli insegnanti poteva essere ribadita da severe punizioni, non erano questi i modi che ti insegnavano a comportarti  o a capire perchè la somma dei quadrati costruiti sui cateti è uguale al quadrato costruito sull’ipotenusa.
Tutto ciò che imparavi era studiare il sistema migliore per non prenderle.
Così è per il cane che sul momento ha capito che per non farsi staccare le orecchie è meglio andare a prendere il riportello. Ma lo farà solo perchè per il momento è stato messo in soggezione, per questo l’errore si ripeterà e con l’errore il livello di stress, che arrivato oltre un certo punto può distruggere un buon cane.
L’uso della violenza sul cane non ha giustificazioni.
Esistono altri metodi per mettere un cane in obbedienza, metodi che utilizzano il linguaggio e il comportamento canino. Ad esempio nella circostanza succitata, tu in silenzio, col guinzaglio in mano, vai dove si è fermato il cane. Mettigli il guinzaglio non al collo ma intorno alla testa, all’altezza delle orecchie e tienilo serrato, così non farai danni perchè è in questo modo che la cagna blocca il cucciolo. Sempre in silenzio porta il cane al punto da cui sei partito, avvicinati al cane guardandolo fisso , con occhi il più possibile spalancati grandi (fissare un cane da vicino, specie ad occhi spalancati, è un segnale di minaccia: “guarda che io sono il più forte!” Questo è un buon motivo per non farlo con un cane che non si conosce) e standogli sul muso esprimi il tuo dissenso, emettendo suoni bassi e profondi, minacciosi. Il cane comincerà a battere le palpebre, arretrare le orecchie: segnali di sottomissione. Se fa il duro, tenendo il guinzaglio teso con la sinistra con la destra blocca il cane all’attaccatura del collo, deciso, vedrai che mollerà. Ora tienigli la destra aperta e con le dita ad artiglio davanti al muso e con voce bassa e secca dagli il resta e togli il guinzaglio.
In silenzio vai dove avevi fermato il cane, guardalo e chiamalo con voce naturale, lui arriverà di corsa scodinzolando, accoglilo con naturalezza senza smancerie, vedrai che lui sarà in obbedienza e avrà capito. Non è mia intenzione fare addestramento ma dire che se vuoi spiegarti col cane anche bruscamente, bisogna che tu parli da cane: il linguaggio del corpo che tutti dovrebbero sforzarsi di acquisire. Non sopporto in nessun caso la violenza sui cani, in particolare sui miei, con questi poi, i Golden, occorre usare il linguaggio comune. Con questa affermazione non intendo attribuire ai miei Cani condizioni di previlegio;esse valgono per tutti I Cani. Io sto sempre più maturando la convinzione che stiamo trascinando i nostri amici Cani in un mondo alienato che è tutto nostro. Per noi Umani non aver successo è una sconfitta, se non emergi non sei nessuno.
Io penso che stiamo trasferendo lo stesso messaggio al mondo canino nella inconsapevolezza che il concetto di insuccesso è totalmente estraneo al Cane: non è un valore del quale può essere consapevole.
Di fronte alla totale indifferenza del Cane, del tutto ragionevole, sta la frustazione dell’Uomo, il compagno del Cane e l’Istruttore: la frustazione è tutta umana!
Però esaminiamo le cose più da vicino: quanti Maradona esistono a fronte di miliardi di uomini? Quante persone geniali rispetto alla totalità dell’umanità?
E’solo nostra la pretesa che i nostri Cani, per il fatto che risultano selezionati per il lavoro o la bellezza devono inevitabilmente raggiumgere il vertice del successo.
Dobbiamo inevitabilmente accettare l’idea che un conto è competere, un’altro è aver successo. Questo però non può inficiare il valore del competere, che non è da tutti. L’importante è che i nostri amici siano in grado di competere, questa capacità è di per se una valutazione.
corsaLa cosa veramente importante è il rapporto Uomo-Cane, al di là del successo del nostro Amico. Ciò che importa è la consapevolezza di aver la capacità di competere in coppia, affiatati.
Cerchiamo di recuperare una corretta visione delle cose, anche per non pesare con le nostre pretese sul lavoro degli Addestratori che dovrebbero avere la possibilità di lavorare al meglio liberi da pressioni e pretese ingiustificate.
La cosa veramente importante è il rapporto che riusciamo a stabilire col nostro cane: se sarà fatto di fiducia, amore per la convivenza, capacità di competere in coppia al di là del risultato, allora la reciproca convivenza sarà corretta, piacevole ed importante per Uomo e Cane.
Se il rapporto fosse solo strumentale al successo sarebbe privo di valori e destinato all’insuccesso.

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